
È a Pietro Antonio Malvicini che si deve dar credito per aver, nel 1701, ricostruito l’elegante residenza di Sala Mandelli, immersa nel verde del parco circostante e affacciata su prospere colline. Prima di questo “re-styling” però, la struttura ha vissuto un passato alquanto bellicoso: sorta su un’altura che domina il corso del Tidone e le località di Pianello, Strà e Trevozzo, con l’esigenza di proteggere la linea di confine con il pavese da parte del Comune di Piacenza (XI e XII), Sala Mandelli prende il nome della stirpe che possedette il castello tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento, dopo secoli di turbinosi scontri e passaggi di proprietà che videro avvicendarvisi molte delle famiglie protagoniste della storia della Val Tidone.
La struttura si articola in un complesso quadrangolare, dalla forma resa irregolare dai due corpi di fabbrica settentrionali, che convergono nel mastio formando angoli acuti. Non si può però non nominare anche la graziosa chiesa di Sant’Andrea, situata di fronte al fortilizio, risalente ai primi del 300 e decisamente rimaneggiata tra l’Ottocento e Novecento con la costruzione del campanile e il rifacimento del coro del presbiterio, la costruzione delle quattro cappelle laterali e la facciata dalle forme neo gotiche.