
La Chiesa della Madonna della Torrazza sorge in località Torrazza; la sua facciata a capanna è sormontata da frontone triangolare ed interrotto.
Le prime notizie storiche del Santuario, conosciuto come oratorio della Beata Vergine Maria della Torre del Sasso, risalgono al 1652, quando Mons. Porro in visita lo descrive insieme all’altare.
La Chiesa della Madonna della Torrazza sorge in località Torrazza, con orientamento Est-Ovest. La facciata a capanna è sormontata da frontone triangolare interrotto.
A metà facciata corre una cornice modanata in aggetto. Al centro si apre l’unico portale rettangolare, affiancato da due finestre rettangolari. Nella parte superiore si apre una finestra rettangolare centrale. Al fronte sinistro si addossa la Sagrestia, preceduta da un ampio e profondo porticato. Al fronte destro si addossano contrafforti di sostegno. Ai lati del presbiterio si aprono due finestre rettangolari.
Notizie Storiche
XVII secolo: costruzione
Le prime notizie storiche del Sanutario, conosciuto come oratororio della Beata Vergine Maria della Torre del Sasso, intitolazione rimasta invariata sino al 1700, risalgono al 1652 ,quando Mons. Porro in visita lo descrive insieme all’altare.
L’effigie della Beata Vergine porta al di sopra l’iscrizione “Salus Infirmorum”. La facciata è caratterizzata dalla presenza del frontone interrotto, elemento di derivazione secentesca. Nel 1894 in seguito ad un incendio l’antica immagine venerata venne distrutta. Nello stesso anno l’oratorio venne riparato e si provvide a porvi una nuova immagine, opera di Gerolamo Bigotti di Piacenza. Fu inaugurata il 1 maggio 1895 dal Prevosto Don Gaetano Trasi per delegazione del Vescovo Mons. Porrati.
Un’altra fonte seicentesca riferisce, che ”sopra la porta vi è una bella pietra con l’arma dei Dal Verme”.
La chiesa è citata in tutte le visite pastorali ed in particolare in quella di mons. Porro, del 22 maggio 1652.
L’altare, rimasto uguale ed esaltato dall’accurata opera di restauro è descritto “ come opera in stucco, ben ornato, con angeli a parte e nel mezzo un bel raggio con una colomba”. L’immagine della Madonna portava la scritta Salus Infirmorum, ovvero Salute degli Infermi, titolo che è stato riscoperto dopo i lavori di restauro.
In un foglio successivo si descrive il quadro della Madonna del Sasso racchiuso “ in un bellissimo cornicione tutto indorato, coperto con il vetro e la tendina di velluto infiorato”.
Il titolo del santuario cambiava nel tempo in Rifugio dei Febbricitanti, Madonna della Consolazione e regina delle Grazie, prima di ritornare a chiamarsi Rifugio dei Febbricitanti.
Il 19 agosto 1894 l’antica e prodigiosa immagine era distrutta da un incendio divampato nella chiesa di Lazzarello, dove l’effige sacra si trovava esposta sull’altare. Il nuovo ritratto, opera del pittore Enrico Prati, e benedetto dal parroco, don Gaetano Trasi il 1 maggio 1895. Da questa celebrazione nasce la tradizione del pellegrinaggio alla Torrazza il primo giorno del mese di maggio.
Un’altra fonte seicentesca riferisce, che ”sopra la porta vi è una bella pietra con l’arma dei Dal Verme”.
La chiesa è citata in tutte le visite pastorali ed in particolare in quella di mons. Porro, del 22 maggio 1652.
L’altare, rimasto uguale ed esaltato dall’accurata opera di restauro è descritto “ come opera in stucco, ben ornato, con angeli a parte e nel mezzo un bel raggio con una colomba”. L’immagine della Madonna portava la scritta Salus Infirmorum, ovvero Salute degli Infermi, titolo che è stato riscoperto dopo i lavori di restauro.
In un foglio successivo si descrive il quadro della Madonna del Sasso racchiuso “ in un bellissimo cornicione tutto indorato, coperto con il vetro e la tendina di velluto infiorato”.
Il titolo del santuario cambiava nel tempo in Rifugio dei Febbricitanti, Madonna della Consolazione e regina delle Grazie, prima di ritornare a chiamarsi Rifugio dei Febbricitanti.
Il 19 agosto 1894 l’antica e prodigiosa immagine era distrutta da un incendio divampato nella chiesa di Lazzarello, dove l’effige sacra si trovava esposta sull’altare. Il nuovo ritratto, opera del pittore Enrico Prati, e benedetto dal parroco, don Gaetano Trasi il 1 maggio 1895. Da questa celebrazione nasce la tradizione del pellegrinaggio alla Torrazza il primo giorno del mese di maggio